Diego Armando Maradona è morto a causa di uno scompenso cardiaco acuto che ha provocato edema polmonare (scompenso cardiaco congestizio), su un cuore con miocadiopatia dilatativa.
Questo tipo di condizioni è purtroppo lentamente irreversibile, per la Legge di Laplace che tradotta in termini clinici dimostra che quando il ventricolo risulta dilatato proprio come nella miocardiomiopatia dilatativa, che premette lo scompenso cardiaco, ne consegue, un aumento dello stress di parete che non fa che aggravare la situazione emodinamica e strutturale, in maniera progressiva e iperbolica.
A questo stress di parete consegue un aumento della stasi vascolare dei grandi vasi polmonari e un conseguente edema (stravaso sierologico) da parte dei piccoli vasi alveolari (il cosiddetto polmone cardiaco).
L’edema che ne cosegue occupa lo spazio polmonare (marea montante) impedendo progressivamente lo scambio con l’ossigeno. Il paziente decede per acidosi metabolica.
Un Fenomeno della Natura ed un uomo contraddittorio che ha lasciato segni indelebili nella storia moderna dello sport e non solo.