I test rapidi per il coronavirus, potrebbero garantire una sensibilità e specificità variabile dall’80 al 98% in base all’esordio della patologia.
Alcuni eminenti figure della Sanità hanno appena affermato che “non servono per diagnosticare la malattia” ma solo per evidenziare lo stato sierologico del paziente, ovvero se quel paziente è entrato in contatto ed ha successivamente sviluppato gli anticorpi al Coronavirus.
A nostro avviso è una verità parziale. Ed ecco ciò che pensiamo:
- EFFICACIA: Il test rapido, che si effettua in pochi secondi prelevando una goccia di sangue del paziente, serve ad evidenziare le immunoglobuline IgG e IgM, ovvero dei particolari anticorpi che si “attivano” in caso di presenza del Virus. Le IgM. Secondo studi scientifici che hanno verificato la sua attendibilità su sangue di pazienti positivi già sottoposti a PCR (il test del genoma virale), questo test rapido ha una sensibilità e specificità altissima (circa il 90% per entrambe). Sensibilità e specificità che sono mantenute anche su test da prelievo diretto da paziente.
- RAPIDITA’: il test è rapido perchè in pochi minuti riesce ad evidenziare la positività o meno del soggetto analizzato.
- FASE DI MALATTIA: alcuni hanno obiettato che il test non serve ad evidenziare se un soggetto è in fase di malattia o meno, ma questo varrebbe anche per il test genetico PCR: anche in quest’ultimo caso difatti, una PCR positiva significa paziente positivo ma non per forza paziente in fase di malattia.
- RITARDO DIANGOSTICO: anche qui, alcuni hanno osservato che la sola presenza di immunoglobuline sieriche sta a significare che il paziente è entrato in contatto con il Virus e ha sviluppato immunità. Questa asserzione è vera per le immunoglobuline di memoria, ovvero le IgG, ma non per le IgM, le quali si positivizzano molto in fretta in un paziente sintomatico per poi negativizzarsi appena la fase di stato (ovvero di malattia acuta) scompare. Se ben effettuato, ovvero non a caso, ma su pazienti che presentano almeno un sintomo (Febbre in primis), la sensibilità e la specificità potrebbe essere molto alta. Del resto in caso di paziente paucisinotmatico o sintomatico ma con tampone PCR negativo, anche quest’ultimo deve essere ripetuto per evitare falsi negativi iniziali.
- VALUTAZIONE DELLA POPOLAZIONE POSITIVA ASINTOMATICA: Questo test avrebbe anche il pregio (ma questo è un dato tutto da confermare) di validare attraverso la positivizzazione delle sole IgM (che abbiamo chiarito essere le immunoglobuline dell’immunità immediata) la positività al Coronavirus su pazienti positivi asintomatici, ma che potrebbero poi manifestare la malattia – i cosiddetti “untori”, i quali potrebbero a loro volta infettare altri pazienti.
- DIFFICOLTA’ DI ESECUZIONE DEL TEST SUL GENOMA: come abbiamo potuto verificare da più Istituzioni, l’accesso a questo test e soprattutto la sua processazione è lenta e complicata, rispetto alla richiesta. Avere un’alternativa efficace potrebbe aiutare e sgravare i laboratori e il personale che potrebbe essere impegnato in altri Servizi essenziali di assistenza.
Questi 6 fatti, evidenziano i lati positivi, nell’impiego di questo test rapido.
Ci sono lati negativi? Si e dobbiamo citarli:
- DIFFUSIONE DEL TEST: se questo test, sarà diffuso senza controllo e senza prescrizione medica, si corre il rischio di un utilizzo di massa sulla popolazione generale asintomatica, la quale potrebbe avere delle positività ma non essere infettante. Un falso positivo, insomma. Con tutto i disagi che ne potrebbero derivare.
- ACCESSO ALLE TERAPIE: Allo stesso modo, un paziente che si vede positivo, si potrebbe ritenere automaticamente infetto (e questo non è sempre vero come abbiamo spiegato) e pertanto ricorrere anche in modo non controllato, a farmaci di qualsiasi genere, i quali come noto non sono mai scevri da effetti collaterali. Non solo, l’accesso di massa alle cure potrebbe rappresentare un gravissimo problema di reperimento scorte, il quale potrebbe invece mettere a repentaglio la vita dei pazienti malati.
Quindi cosa fare?
- Si dovrebbe validare in fretta i TEST RAPIDI per il Coronavirus, perchè come visto sono metodi efficaci e che potrebbero arginare non poco il diffondersi della malattia e creare uno sgravio immenso ai laboratori che processano i tamponi genomici PCR, anche con una riduzione di costi notevole (il test genomico ha un costo elevato rispetto al test rapido).
- Creare una gestione controllata del TEST RAPIDO, il quale dovrebbe avere sempre un motivo valido per essere effettuato, quindi dovrebbe essere sempre prescritto dal medico di medicina generale, al fine di alternare il numero dei positivi, anche con pazienti non infettivi, ed accessi di massa a terapie farmacologiche le quali debbono essere riservate ai malati.
Dr. Luigi Laino, Medico Chirurgo, Specialista in Dermatologia e Venereologia (Malattie Infettive Sessualmente Trasmissibili)