I dubbi del Medico Termografista spiegati in questo articolo
La Termografia digitale medica è una tecnica di imaging cutaneo che serve a valutare il calore emanato dal corpo umano. Ma siamo certi che venga utilizzata corretamente? Ne parliamo con il Dr. Luigi Laino, Medico Chirurgo Dermatologo e Termografista di fama internazionale, autore di diverse pubblicazioni scientifiche sulla termografia e componente del board internazionale riunito in Brasile le Linee guida mondiali (International Consensus Guidelines in Medical Thermology) sulla termografia, oltre ad essere stato l’unico componente italiano del Thermomed Board Europeo.
Dr. Laino, anzitutto cos’è la Termografia e cosa sono i Termoscanner?
La Termografia è una tecnica di valutazione del grado di calore emesso da qualsiasi corpo. In ambito medico viene utilizzata soprattutto in dermatologia perchè è proprio la superficie cutanea ad essere l’organo maggiormente valutabile.
I termoscanner altro non sono che videocamere a raggi infrarossi, che in luogo della luce visibile, rilevano attraverso particolari ottiche con componenti chimiche specifiche, come l’iridio, i raggi infrarossi, quelli che caratterizzano nello spettro della luce, il grado di calore emanato ad un corpo.
In che modo viene impiegata la Termografia in medicina?
Per diversi anni, la termografia è stata impiegata in molti ambiti internistici e diagnostici, ma nuove e più precise tecniche di valutazione avevano soppiantato questa metodica.
Con la produzione della nuova video-termografia di terza generazione, l’accuratezza diagnostica di questi macchinari ha permesso di valorizzarne la metodica soprattutto per la valutazione dei tumori cutanei non melanoma (Non melanoma skin cancer), per la valutazione del pre-post terapia di molte malattie eczematose come la psoriasi e la sclerodermia (compreso il morbo di Raynoud) ed addirittura per la valutazione post chirurgica dei lembi miocutanei.
Quali sono stati i successi della Termografia negli ultimi anni? La sua esperienza?
Negli ultimi anni, abbiamo condotto degli studi – presentati al congresso Europeo di Dermatologia di Ginevra e al Congresso di Termografia di Francoforte, oltre ad aver pubblicato questi dati su un’importantissima rivista scientifica (Journal of Experimental clinical cancer research) – sul caricinoma spinocellulare e sulle cheratosi attiniche: abbiamo evidenziato grazie alla termografia, il cosiddetto “campo di cancerizzazione” ovvero un’area a maggior rischio dove insorgevano più frequentemente alcuni tipi di tumori come appunto le cheratosi attiniche e i carcinomi spinocellulari. Inoltre, come altro traguardo tutto italiano, abbiamo pubblicato i patterns fra carcinoma basocellulare e carcinoma spinocellulare. Ricordo ancora studi da me pubblicati sulla Psoriasi e la Termografia e su sindromi dolorose del Trigemino valutate con la termografia e molte altre ricerche scientifiche su tante malattie dermatologiche, reumatologiche e ortopediche.
Quindi gli Aeroporti italiani si doteranno presto di Termoscanner per tutti i passeggeri. Ma cosa valuteranno in realtà?
I Termoscanner in dotazione agli aeroporti saranno impostati probabilmente con dei software in grado di valutare le parti scoperte (il volto essenzialmente) per verificare se ci siano passeggeri con temperatura elevata (febbre).
E’ una metodica sicura così applicata, per stabilire se un paziente ha la febbre o meno?
Con ogni rispetto per le Autorità e nella Certezza del loro corretto ed esauriente operato per il Bene comune – afferma il Dr. Laino – mi permetto di esprimere da esperto, un giudizio squisitamente tecnico, basato sulla mie esperienza clinica, che spero possa essere d’ausilio per gli addetti ai lavori.
Personalmente nutro molti dubbi – mi spiego: oltre alla perizia di chi usa una videotermocamera, bisogna considerare alcune importanti variabili; la valutazione termografica verrà effettuata su persone che probabilmente arrivano dall’esterno. Scendendo dall’aeromobile attraverseranno molto probabilmente aree non riscaldate; in tal caso la loro temperatura esterna (quella superficiale cutanea per intenderci) potrebbe scendere notevolmente in modo temporaneo e rendere inefficace la valutazione (falso negativo). Inoltre nessuno ci dice se questi passeggeri prima del rapido passaggio attraverso le termocamere si siano lavati il viso con acqua fredda o con salviettine refrigeranti. Anche qui sarebbe un falso negativo e come vede basterebbe poco per sfuggire al test. Senza dimenticare che chi ha la febbre, solitamente assume un antipiretico e quindi riduce la propria temperatura senza ovviamente eliminare la patologia influenzale/virale.
La cosa importante da fare sarebbe valutare i passeggeri dopo averli fatti sostare per almeno 15-20 minuti in un’area riscaldata a temperatura ambiente e a tasso di umidità controllata. Ma questo è molto improbabile che accada.
Sicuramente potranno essere uno screening iniziale di qualche valore ma auspichiamo – a causa dei loro limiti – che il loro impiego non sia l’unico per valutare il flusso di tutti questi passeggeri.