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29 Ottobre 2014 alle 22:51 #16174AnonimoOspite
Gentile dottore, scusi il disturbo, sono un ragazzo di 30anni.
Da quasi un anno ho cominciato a soffrire di disturbi all anello prepuziale. Solo a marzo, dopo che altri dottori mi avevano diagnosticato solo delle lesione ed edemi prepuziali, il dermatologo ha riconosciuto un lichen scleroatrofico e ho cominciato terapia con applicazioni di testosterone p. al 3% in vaselina bianca una volta al giorno e vea olio due volte al giorno. Effettivamente con le applicazinoi riesco ad avere un notevole sollievo. Purtroppo il dermatologo ha avuto problemi personali e ha smesso di seguirmi.Adesso dopo essere riuscito a contattarlo mi ha detto di continuare la terapia, che ho interrotto solo per brevi periodi con conseguenti peggioramenti, e mi ha indirizzato da un urologo il quale mi ha consigliato un intervento chirurgico per rimozione della fimosi parziale venutasi a creare per la sclerotizzazione dell anello prepuziale.
L’urologo come l’altro dermatologo mi ha confermato che non esiste alcuna altra cura per lichen.– Avendo fatto numerose ricerche su internet in questi mesi, ho trovato questo sito ed altri simili che mi hanno permesso di avere maggiori informazioni sulla patologia e ridato anche un pò di speranza, rispetto all’approssimazione con cui ne ho sentito paralre fin’ora. Ho visto che lei ed altri medici sconsigliate la circoncisione come primo approccio. Vorrei dunque evitare di prendere decisioni affrettate senza un appoggio di un medico dermatologo competente che segua il mio percorso. Cosa mi suggerisce a questo punto?
cordiali salutiPS – Ho effettuato analisi del sangue per scongiurare problemi tiroide(visto che ho familiarità ed alcuni studi segnalavano possibili correlazioni) risultate fortunatamente negative.
Non sono però riuscito a farmi segnare altre analisi di cui avevo trovato possibili correlazioni in vari studi pubblicati(diabete, ecc).
Mi consiglia prima di eventuali altre visite di far qualche tipo di esame standard?2 Novembre 2014 alle 9:04 #19128Dott Luigi LainoPartecipanteGentilissimo,
Riporto lo stralcio di una mia news pubblicata sul sito http://www.medicitalia.it che spiega e fa il punto della situazione anche sulla scorta degli ultimi dati disponibili:Il focus dello studio è quello di rappresentare i dati di una nostra esperienza in corso terapia ed in pazienti affetti da Lichen sclerosus e di fare il punto sulla scelta dei presidi terapeutici durante questa patologia quasi esclusiva dei genitali maschili e femminili, che, per quanto ci riguarda dovrebbe comprendere un approccio multi-fattoriale alla medesima patologia, scegliendo caso per caso, interventi topici, infiltrativi e dermo-chirurgici conservativi.
La terapia del Lichen sclerosus non può e non deve essere “precostituita”, ma, ciascun paziente dovrebbe essere sempre inquadrato in base:
al tipo di lichen sclerosus (valutare ad esempio la percentuale atrofica, ipertrofica, leucoplasica, erosiva etc.)
al grado di severità dello stesso
alla sua estensione
alla presenza di lesioni considerabili a rischio trasformazione neoplastica (incidenza variabile dal 6-8/10% secondo le ultime linee guida della British Academy od Dermatologists; ricordiamo anche in base alle medesime linee guida che il 60% circa dei carcinomi vulvari ha una storia di lichen sclerosus – Linee guida BAD http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20854400)
all’eventuale presenza di alterazioni anatomico-funzionali genitali, sia esse congenite che acquisite in corso di patologia
Va da sé che una buona terapia debba sicuramente considerare tutti questi aspetti e varibilmente essere impostata in ambitodermochirurgico: in caso di lesioni a rischio neoplasia, aree francamente leucoplastiche e/o conferme istologiche o ancora insuccessi terapeutici (così come citato nelle linee guida BAD-2010)
sistemico: in caso di lichen in fase infiammatoria acuta
topico: mediante l’uso di:
a) farmaci steroidei (che possono variare in base al caso e costituiscono la “prima scelta terapeutica” secondo le linee guida BAD-2010)
b) immunomodulatori topici (tacrolimus e pimecrolimus, i quali secondo le linee guida corrispondono a farmaci di “seconda linea” anche in caso di insuccesso o eventi indesiderati con i precedenti)
c) terapia emolliente (di vario genere e struttura molecolare)
A queste terapie possono essere aggiunte – eventualmente, terapie di tipo adiuvanti (ovvero che possono aiutare la terapia di base sebbene non costituire generalmente un’unica monoterapia di base) fra cui i Polidesossiribonucleotidi (PDRN) e il Plasma ricco di piastrine (PRP).Ci appare utile suggerire per gli addetti ai lavori (medici, specializzandi, studenti di medicina) e per tutti gli interessati alla lettura di lavori scientifici, la pubblicazione in “open source” (visibile in modo integrale a tutti) di un nostro recente studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Dermatology Research and Practice” dedicato ad alcuni aggiornamenti diagnostico-terapeutici nel Lichen sclerosus /
I risultati sulla scorta dei dati scientifici per ora rilevabili e – per il PDRN (Polidesossiribonucleotidi) anche della personale esperienza clinica – sembrano comunque incoraggiare il loro utilizzo in alcune forme di Lichen, ma sempre necessariamente dietro ad una valutazione clinica e dermatologica attenta e specifica al singolo caso, da cui non si può mai prescindere.
Fonte: http://www.hindawi.com/journals/drp/2013/654079/
Spero le sia da ausilio per comprendere meglio cosa si intende per approccio clinico e Dermochirurgico conservativo in corso di lichen scleroatrofico e ovviamente i dati riportati dalla personale esperienza clinica e scientifica
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