Home › Forum Dermatologia › Forum Dermatologia › Capelli diradati o fini? Alopecia o No?
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17 Febbraio 2013 alle 2:14 #13793AnonimoOspite
Gentile dott. Laino, sono un ragazzo di 21 anni che da quando ne aveva 18 si tormenta per i propri capelli. La mia storia è un po’ lunga, ma cercherò di essere il più sintetico possibile per non toglierle troppo tempo. Allora, premetto che da quando sono nato ho sempre avuto i capelli fini e fino a qualche anno fa non ne avevo mai fatto un dramma, o meglio non me ne ero mai accorto. Dall’infanzia fino a circa 18 anni ho mantenuto sempre un taglio a caschetto (e onestamente, guardandomi allo specchio, mi piacevo molto); poi però decisi di lasciarli crescere e di farmi una capigliatura differente con la riga da una parte. E’ stato in quel momento che, sotto la luce di casa e del sole notai quanto i miei capelli fossero fini (il mio cuoio capelluto, specialmente nel punto esatto della riga, si intravedeve più del normale). Avendo sempre tenuto ai miei capelli, per me questo episodio fu alquanto oggetto di spavento, e da li iniziò il mio calvario. Iniziai così, tra me e me, a fare centinaia e centinaia di paragoni con i miei amici (anche se nessuno mai mi disse e mi dice tutt’ora qualcosa riguardo ai miei capelli) e non trovando nessuno che li avesse simili ai miei, cominciai a spaventarmi. Come lei ben saprà internet è un potente quanto temibile mezzo di informazione, e girovagando su forum, siti ecc.. comparvero ai miei occhi per la prima volta parole come diradamento, stempiatura e alopecia androgenetica. Avendo un padre di 64 anni affetto da calvizie (ma un nonno materno pieno di capelli fino a 60-70 anni) mi feci carico di tutto e assimilai il problema, e la situazione, sicuramente anche dal punto di vista psicologico, peggiorò ulteriormente quando, causa la formazione di una cisti sebacea in prossimità del vertice della testa (non più grossa di 1 cm quadrato), il mio nuovo barbiere mi disse “hei, qua sul vertice ti si stanno alleggerendo i capelli”. Passarono mesi e mesi, in cui cominciai a tormentarmi e a notare la perdita di capelli più corti nel lavandino (in una percentuale però decisamente ridotta), finchè stanco di tutto, a settembre 2012 decisi di andare ad un noto Istituto Dermopatico di Roma per farmi visitare. Riponevo in ciò le mie speranze, ma il medico che mi visitò si rivelò sbrigativo, disinteressato e alquanto semplificatorio; mi diede una blanda, pressochè nulla occhiata al cuoio capelluto, osservò la ciste e mi disse che avevo un diradamento al di sopra e in prossimità della stessa, con molto probabile alopecia androgenetica – mi prescrisse così una terribile sfilza di farmaci dai risultati e dagli effetti collaterali alquanto discutibili, quali Minoxidil e Finasteride, dicendo che avrebbero arrestato la mia inevitabile caduta – il tutto in meno di 5 minuti netti. Tornai così a casa più sconcertato e impaurito di prima, addirittura piangendo, ma decisi di non prendere assolutamente nulla, sia perchè non convinto dall’impressione del medico e sia perchè, informandomi correttamente, sapevo che quei farmaci che tanto si vendono a caro prezzo non fanno altro che regalare mere illusioni che nessuna persona intelligente merita di avere. Decisi così di sottopormi ad un ulteriore visita, questa volta al Policlino Gemelli di Roma, e le cose andarono in modo diverso. Il medico dermatologo che mi visitò era più anziano del precedente, professore universitario e accompagnato da due dottorandi, alchè mi diede una buona impressione. Alla sottoposizione del mio problema però, si mise quasi a ridere e risulto anch’egli alquanto sbrigativo: cmq, a differenza del precedente, cominciò a spostarmi ciocche di capelli a destra e a manca per osservarmi il cuoio. Dopo poco, mi disse che non ero affetto da alopecia androgenetica, che lui non vedeva capelli miniaturizzati e che non vi erano differenze di densità sul cuoio stesso tra la zona occipitale e quella fronto-parietale; ciò che aggiunse è che avevo solo i capelli fini e per questo risultavano meno gonfi e apparentemente radi. Da un lato fu una liberazione, però al contempo non mi sentivo tranquillo e sereno, non solo perchè ripensavo alle parole del precedente dermatologo, ma anche perchè ero stato oggetto di due diagnosi fortemente discordanti. Ora, dott. Laino, studiando e lavorando contemporanemente, non posso permettermi di fare altre visite a breve tempo, ma mi creda, in quanto giovane ragazzo non so cosa pensare, cosa fare e soprattutto se preccuparmi o meno. Quindi le volevo porre, e scusi questo mio monologo, alcune domande: 1) E’ possibile vedere capelli miniaturizzati e quindi capire se si è affetti da alopecia androgenetica, semplicemente osservando il cuoio capelluto ad occhio nudo? 2) I capelli corti che vedo nel lavandino (anche a volte più corti di 4 cm) sono veramente capelli miniaturizzati? E’ normale che si perdano capelli così corti? 3) Avere i capelli fini, è sentore di alopecia androgenetica futura? 4) Vedo sull’attaccatura frontale una singola linea sottile dove i capelli sono più corti, è normale? 5) Si può fare qualcosa per i capelli fini? Ad esempio ispessirne il fusto, diametro ecc.. Affido i miei dubbi alle sue competenze, tenendo a precisare che con le mie testimonianze di visite non volevo assolutamente sminuire l’operato dei suoi colleghi, solo sottolineare un dato di fatto basato sulle mie impressioni di adolescente. Questo è quanto, ma l’unica cosa di cui mi rimprovero, e spero che lei comprenda, è di non aver manifestato ai medici precedenti la mia più totale preoccupazione: so che affrontate ogni giorno casi ben più gravi, ma l’impatto psicologico che può avere una patologia come la calvizie in un giovane è sconcertante. Chiedo solo un aiuto e mi scuso per essere stato così prolisso. Cordiali Saluti, Marco.
19 Febbraio 2013 alle 15:44 #16372Dott Luigi LainoPartecipanteCarissimo,
tutte queste sue domande hanno una sola risposta:
visita dermatologica corredata di tricoscopia digitale: il modo migliore per avere una diagnosi precisa e una terapia adeguata al caso.
Le illazioni e le ipotesi telematiche o personali lasciano il tempo che trovano: il paziente va sempre visitato per bene!
carissimi saluti
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