LA necessità di reperire una strategia terapeutica contro il SARS CoV-2 ha intensificato gli sforzi finalizzati al reperimento di nuove molecole che abbiano i minori effetti collaterali a fronte di un grado di efficacia scientificamente dimostrato.
Gli studi che seguono appartengono alla sfera degli “integratori alimentari” e non dei farmaci; non esiste ancora ufficialità nei dati, né linee guida condivise, sebbene diversi studi scientifici ne sottolineano la possibile utilità in corso di Covid o in modo preventivo; ulteriori studi sono necessari per confermare queste ipotesi; raccomandiamo cautela nell’interpretazione dei dati e ad ogni modo di sentire sempre il parere del proprio medico di fiducia prima di assumere qualsiasi prodotto
Recentemente è stato evidenziato un crescente interesse sul possibile ruolo preventivo e trattamento aggiuntivo della lattoferrina (Lf), una glicoproteina delle secrezioni umane che fa parte di un sistema difensivo non specifico, noto per svolgere un ruolo importante contro le infezioni microbiche e virali e che esercitano effetti antinfiammatori su diverse superfici mucose e in grado di regolare il metabolismo del ferro
Complessivamente, Lf esercita la sua attività antivirale contro la maggior parte dei virus testati legandosi all’eparina solfato, mentre contro pochi virus interagendo con i componenti superficiali delle particelle virali
Un effetto recentemente studiato di Lf è quello di regolare l’attivazione del plasminogeno, che ancora aggiunge un valore di questa molecola nel controllo della cascata coagulativa promossa dal virus. LF può esercitare effetti regolatori negativi sulla migrazione cellulare attraverso l’inibizione dell’attivazione di Plg e attraverso la regolazione della fibrinolisi. Questa attività è stata confermata anche dall’evidenza di un peptide con la sequenza di amminoacidi derivata dalla lattoferrina che ha mostrato attività antitrombotica
La lattoferrina (Lf), appartenente alla famiglia Tf, è in grado di chelare reversibilmente due Fe (III) per molecola con elevata affinità (K d ~ 10 −20 M). È una glicoproteina cationica di ca. 690 residui di amminoacidi. A differenza di Tf, che rilascia ferro a valori di pH inferiori a 5,5, Lf lega il ferro ferrico fino a valori di pH di circa 3,0. La Lf umana (hLf), una molecola dell’immunità innata, è secreta costitutivamente dalle ghiandole esocrine e dai neutrofili nei siti di infezione e infiammazione (10 6 neutrofili rilasciano 15 µg di Lf) . Anche se Lf è altamente conservato tra specie diverse, la più alta omologia di sequenza è stata riconosciuta tra lattoferrina umana e bovina (bLf) (circa 70%). BLf e hLf possiedono funzioni biologiche identiche [ 25 ] e, pertanto, bLf è stato applicato in studi in vitro e in vivo, essendo generalmente riconosciuto come sicuro (GRAS) dalla Food and Drug Administration (FDA) e disponibile in grandi quantità. Le varie funzioni di Lf sono associate alla sua capacità di chelare due ioni ferrici e di legarsi alle superfici anioniche. Lf possiede una potente attività antinfiammatoria e immunomodulante. L’attività antinfiammatoria di Lf dipende dalla sua capacità di entrare, attraverso l’endocitosi mediata da recettori, all’interno delle cellule ospiti e di traslocare nel nucleo, regolando così l’espressione genica pro-infiammatoria. Lf, attraverso la sua attività antinfiammatoria e le proprietà immunomodulatorie, è anche in grado di down-regolare le citochine proinfiammatorie e di potenziare la risposta immunitaria adattativa. Inoltre, la capacità di Lf di contrastare e far regredire i disturbi del ferro, modulando la risposta immunitaria e sottoregolando le citochine pro-infiammatorie, come IL-6, è stata dimostrata sia in vitro che in vivo modelli, così come negli studi clinici. Da notare che Lf ha dimostrato di agire come uno scavenger contro il sovraccarico di ferro e l’infiammazione nell’epitelio polmonare dei topi infettati da Pseudomonas aeruginosa e bLf è stato trovato per riequilibrare le proteine di manipolazione del ferro polmonare e ridurre il sovraccarico di ferro bronco-alveolare, uno dei principali attori nella progressione e esacerbazione dell’infezione. Diversi studi hanno descritto l’attività antivirale di Lf nei confronti di virus avvolti e nudi, correlati a diverse famiglie di virus.
Nel loro insieme, tutte queste proprietà aprono la strada a considerare Lf come uno strumento promettente in grado di indirizzare aspetti multiformi della progressione virale e della patogenesi in COVID-19.
Recenti studi hanno dimostrato che la somministrazione di una dose elevata di calcifediolo o 25-idrossivitamina D, un metabolita principale del sistema endocrino della vitamina D, ha ridotto significativamente la necessità di trattamento in terapia intensiva dei pazienti che necessitano di ricovero in ospedale a causa della dimostrata COVID-19. Il calcifediolo sembra essere in grado di ridurre la gravità della malattia e lo stesso è stato reperito in basso dosaggio in pazienti con decorso grave; saranno necessari studi più ampi con gruppi adeguatamente abbinati per mostrare una risposta definitiva.
Quindi sia la Lattoferrina che la vitamina D pur nelle more di ulteriori studi randomizzati (ulteriori studi saranno necessari per confermarne gli effetti) sembrerebbero integratori potenzialmente utili nella lotta contro il Covid-19 SARS CoV-2, anche in modo preventivo, ma da assumere SEMPRE previo consulto con il proprio medico di fiducia.
Dr Luigi Laino
Alcune Fonti scientifiche
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33117359/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32738305/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32664543/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32804682/