Si chiama Quercetina ed è un bioflavonoide, una sostanza naturale con spiccate potenzialità antiossidanti e benefiche.
La quercetina ora, come dimostrato da un nuovo studio scientifico, mostra infatti un’azione destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine chiave per la replicazione del patogeno COVID-19.
La quercetina, appartenente al gruppo dei flavonoidi (e più precisamente è un tetraossiflavonolo), è la componente agliconica di vari glicosidi, tra cui la rutina e la quercitrina.
Si tratta di uno dei flavonoidi più comuni in quanto è isolabile da numerose specie vegetali tra cui il Cappero e l’Uva rossa
Un altro vantaggio dei bioflavonoidi è che sono innocui, e che non interferiscono con la capacità di coagulazione del sangue, quando è opportuna per la rimarginazione di ferite.
Essi restituiscono la normale resistenza alle pareti dei capillari, senza provocare un “ispessimento”del sangue: i bioflavonoidi sono cioè dei normalizzatori del flusso sanguigno nei capillari e nelle vene. Forse un altra delle qualità che potrebbero essere interessanti in corso di Covid-19, patologia notoriamente trombofilica.
Il fabbisogno giornaliero di bioflavonoidi nell’alimentazione non è ben determinato, ma si ritiene sufficiente un apporto di 50-200 mg al giorno.
Vale la pena notare che la quercetina è un prodotto naturale con proprietà farmacocinetiche e ADMET ben note e alcune indicazioni terapeutiche proposte, che indicano un potenziale riutilizzo per il trattamento con COVID-19.
È interessante notare che, e in accordo con i lo studio, in passato erano state riportate evidenze sperimentali di un effetto inibitorio della quercetina sul 3CLpro dalla variante del coronavirus MERS-CoV .
Il lavoro qui presentato fornisce una prova diretta della capacità della quercetina di colpire SARS-CoV-2 3CLpro su solide basi sperimentali. Inoltre, rappresenta un punto di partenza di successo che garantisce la possibilità di estendere l’approccio sperimentale per l’identificazione di farmaci candidati SARS-CoV-2 3CLpro a librerie chimiche più ampie, al fine di trovare piccole molecole da utilizzare (o ulteriormente ottimizzate) come potenziali farmaci e principi attivi antiCOVID- 19.
Fonte scientifica
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0141813020339970